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Cosa ti ha detto?
- Che domani moriremo tutti.
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E che tu lo sai, ma non t'importa.
- È pazza.
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Sono solo superstizioni zingare!
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Non ci credi?
- Certo che no.
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Aveva un motivo per dirmelo.
Oevo raccontarti
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cosa accadde
quando i miei furono sparati.
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Me l'hai raccontato.
- No.
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Non di quando
ci han portato giù per la collina
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dal barbiere.
- Non voglio sentirlo.
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Oue uomini mi guardarono e uno disse:
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"È la figlia del sindaco."
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E l'altro disse: "Lei per prima."
Mi portarono dal barbiere,
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mi fecero sedere e mi tennero ferma.
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Nello specchio vidi
solo i visi dei miei genitori,
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nel momento in cui gli spararono.
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Le parole di mia madre
mi rimbombavano in testa.
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Allora sentì un dolore.
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Mi tiravano i capelli
e li tagliavano col rasoio,
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mi misero le ciocche in bocca e...
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me le strinsero
intorno al collo, per divertirsi.
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E poi passarono
il rasoio sulla testa...
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Allora iniziai a piangere. Prima ero
troppo sconvolta per sentire qualcosa.
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Nello specchio li vedevo ridere.
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Ero costretta a
guardare il mio viso terrificante.
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Quando mi portarono fuori
inciampai nel corpo del barbiere.
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Ucciso, perché era nel sindacato.