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Un raccolto doro
per le trebbiatrici,
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il buon grano per nutrire i padroni,
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lamarezza per nutrire gli schiavi,
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e la paglia per nutrire
le fosse dei mattoni,
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caricata sulle schiene piegate
delle donne
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giù fino alla valle interminabile
di duro lavoro e agonia,
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che si estende per miglia e miglia.
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Un inferno di corpi zuppi di fango,
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dove i piedi dei pigiatori
pestano creta e paglia
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per farne il miscuglio
dei mattoni del Faraone,
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e ovunque le frustate
dei sorveglianti attenti
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pronti a colpire
le schiene degli esausti.
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Coltelli che tagliano la paglia.
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Picconi che spaccano la creta.
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Un ciclo continuo
di infinita fatica.
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Dai pigiatori che impastano
con i loro piedi
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alle mani che versano
limpasto dei mattoni,
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il ruscello di fango si muove
costante, umile seme di alte città,
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giorno dopo giorno, anno dopo anno,
secolo dopo secolo.
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Schiavitù senza riposo,
lavoro senza ricompensa.
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Questi sono i figli della miseria,
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gli afflitti,
i senza speranza, gli oppressi.
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Si mischiò tra i suoi confratelli
e vide il loro fardello.
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Ragazza dellacqua!
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Caro, ecco lacqua.
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La tua è una dura danza, vecchio.
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Abbiamo danzato per 400 anni.
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È una musica triste.
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ll solo salvatore
che sia venuto da noi è la morte.
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Tornate al lavoro, muli raglianti.