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Dalla vita quotidiana uno si eleva
a una vita... chiamiamola superiore.
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E' la vita col pensiero.
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Però questa vita presuppone che
si abbia ucciso la vita quotidiana,
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la vita troppo elementare.
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Allora, pensare e parlare
sono la stessa cosa?
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Credo di sì.
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L'aveva scritto Platone;
è una vecchia idea.
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Uno non può distinguere il pensiero
dalle parole che lo esprimono.
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Un istante di pensiero può solo
essere afferrato dalle parole.
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Parlare, allora, è come
rischiare di mentire?
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Sì, perché la bugia è uno dei metodi di
ricerca. Errori e bugie sono molto simili.
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Non parlo di bugie ordinarie
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come promettere di venire domani e
dopo non vengo perché non ne ho voglia.
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Capisce? Questi sono espedienti.
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Però una bugia sottile è molto
poco differente da un errore.
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Uno cerca e non trova la parola giusta.
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Perciò le succedeva di
non sapere cosa dire.
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Lei ha paura di non trovare la
parola esatta. Credo che sia questo...
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Come essere sicuri di aver
trovato la parola giusta?
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Bisogna lavorare. E'
necessario uno sforzo.
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Uno deve dire il necessario, in modo
da essere giusto, che non ferisca,
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che dica quello che vuole dire,
che faccia quello che deve fare
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senza ferire né far danno.
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Bisogna cercare di essere in buona fede.
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Una volta mi hanno detto: "La verità
è in ogni cosa, anche nell'errore".
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E' vero! La Francia non
lo vide nel 17° secolo.