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Per la parte di Shelley
si era pensato a Frank Lawton.
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Poi David Niven fece un provino,
ma fu respinto.
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Lo sceneggiatore John Balderston
rielaborò il prologo,
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ma solo col copione finale di William
Hurlbut fu raggiunta la perfezione
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che rende La moglie di Frankenstein
così memorabile.
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Vi lavorarono otto sceneggiatori,
ma la storia e il linguaggio del film
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si devono quasi interamente
a William Hurlbut e James Whale.
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Questa scena del corteo funebre
apriva il film Frankenstein,
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ma manca ancora dalle copie di oggi.
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Inizialmente la musica di Franz Waxman
per il prologo durava 5 minuti e ¾:
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La sequenza è stata dunque
accorciata di quasi due minuti.
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Per il prologo Waxman compose
musica di stile ottocentesco,
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con archi e celesta, creando un delicato
minuetto con schema A-B-C-A:
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Tema e sviluppo,
seguiti da uno scherzo
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mentre si rivive in flashback
il dramma del primo film.
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Lo scherzo è una variazione
in minore del minuetto.
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A ogni immagine del mostro
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si ode una sequenza
ascendente/discendente di nove note,
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costruita sul ruggito del mostro.
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Ritornerà diverse volte
come tema del pericolo,
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di solito congiunta al tema del mostro,
a intervalli di terza pentatonali.
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Il motivo del primo film
viene serbato per l'ingresso di Karloff.
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L'uomo strangolato dal mostro
era Torben Meyer,
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nell'unica nuova ripresa del flashback.
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Meyer era l'inquilino danese
ne II dottor Miracolo della Universal.
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Alcuni ritenevano il prologo superfluo.
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Il montatore Ted Kent
avrebbe voluto eliminarlo.
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Finito il flashback, ritorna
la pacata sezione 'A' del minuetto.