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ma come "un pallido cadavere".
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L'illuminazione alla Rembrandt
è usata per tutto il film:
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È una luce dura e contrastante,
con ombre profonde e riverberi luminosi.
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Non c'è né una semplice luce laterale
né una piatta luce frontale,
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ma una combinazione delle due:
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La luce proviene dal davanti e di lato.
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Questo conferisce
rotondità ai lineamenti,
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e l'effetto pseudo-stereoscopico
è accentuato
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da sfondi neri dietro al lato illuminato
del viso, e viceversa.
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"Volevamo mantenere
un'atmosfera misteriosa."
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"Luci supplementari erano proiettate da
strani angoli, specialmente per Karloff."
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"Molti scenari
erano pieni di ombre scure."
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"I set avevano pareti storte,
con molti angoli e rientranze."
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"Nelle scene
in cui compariva solo il mostro,
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la cinepresa, con un grandangolo,
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veniva piazzata in basso
e vicino al soggetto,
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in modo da dare l'impressione
di una figura altissima e distorta."
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"Al contrario,
sistemavamo la cinepresa in alto
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per filmare il canagliesco Pretorius,
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ottenendo l'effetto
di un cranio protuberante."
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"Per ottenere l'effetto cadaverico
il trucco di Karloff era verdastro,
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e veniva illuminato
attraverso una gelatina blu."
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"Quando era ripreso
con altri personaggi,
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il trucco di questi
aveva toni rosa o rossastri,
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e sulle luci venivano usate gelatine rosse,
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mentre le luci blu venivano schermate."
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Le scene del laboratorio si basano
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su sequenze di due film muti
prodotti in Europa:
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La creazione del robot femmina
in Metropolis di Fritz Lang, del 1927,
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filmato in Germania,
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e l'atmosfera medievale
di The Magician di Rex Ingram del 1926,