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- Non è stato facile.
- Perché non me ne hai parlato?
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- Non Io so.
- Sapevi che non me la sarei bevuta.
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Ed è così. Una moglie pazza, sì.
Sapevi che l'ho avuta anch'io.
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- È stato un incidente.
- Era un pretesto.
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Invecchiavi, perdevi colpi.
Cercavi una buona scusa.
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L'incidente era perfetto.
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Tutti potevano giustificarti.
Hai fatto la parte fino in fondo.
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- No, Bernie.
- Ho ragione e Io sai.
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Sei molto sicuro di te.
Non sai che significhi la paura.
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Adesso sei al vertice.
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Ti va tutto bene, ma aspetta
di fare un paio di fiaschi,
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quando non si parlerà più di te.
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Avrai paura e cercherai delle scuse.
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Non ti biasimo. Ma smetti di mentire.
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Certo, pensarono tutti
che fosse per l'incidente.
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Era quello che volevo,
perché avevo paura.
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Anche quando avevo successo
avevo paura. Ne ho sempre avuta.
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Non so perché. Avevo trovato
una scusa rispettabile per il fallimento.
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Potevo bere un po' di più.
Nessuno mi biasimava.
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Davano la colpa all'incidente.
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Dopo aver pianto fino allo spasimo,
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mi tagliai i polsi,
ma non tanto da morire,
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il tanto che bastava
per tornare al centro dell'attenzione.
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Tutti mi compativano.
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Mi capivano. Parlavano tutti
di me e della mia tragedia.
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Proprio come volevo io.
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E ho dovuto mentire per questo.
Dio, quanto ho mentito!
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Ho mentito perfino su Georgie!