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Anche quando avevo successo
avevo paura. Ne ho sempre avuta.
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Non so perché. Avevo trovato
una scusa rispettabile per il fallimento.
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Potevo bere un po' di più.
Nessuno mi biasimava.
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Davano la colpa all'incidente.
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Dopo aver pianto fino allo spasimo,
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mi tagliai i polsi,
ma non tanto da morire,
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il tanto che bastava
per tornare al centro dell'attenzione.
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Tutti mi compativano.
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Mi capivano. Parlavano tutti
di me e della mia tragedia.
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Proprio come volevo io.
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E ho dovuto mentire per questo.
Dio, quanto ho mentito!
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Ho mentito perfino su Georgie!
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Avevi ragione, Bernie.
Non faccio che pensarci.
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Non all'incidente,
a come l'ho usato.
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- Vai a riposarti.
- Continuerò a pensarci.
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Non giocarti tutto per me.
Meglio che ti liberi di me.
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Bernie...
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- Deve dormire.
- Non mi importa se mi sente.
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Ho parlato a Ray Watson in California.
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Può essere qui domattina.
Gli ho detto che lo richiamavo.
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- Reciterà Frank.
- Aspetta un momento.
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Non lo proteggerai più!
Lo chiamo Ray Watson.
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Allora digli di portare con sé
un altro regista.