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Quando iniziai il film veniva girata
la scena del muro della memoria.
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C'erano molte difficolta'
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perche' non avevano un'idea
chiara di come sarebbe stato.
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Facemmo molte riprese,
e trascorremmo molti giorni
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negli studi, tutti in sospeso
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in uno dei set piu' noiosi.
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Mi rendevo conto che questa
sarebbe stata una scena lunga,
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che non aveva senso, e allora dissi:
"Bob, suggerisco di rifarla".
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"E' molto difficile decidere
di buttare via giorni di riprese
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e centinaia di migliaia
di dollari spesi in set e attori,
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ma non funzionera',
non posso salvarla".
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"Posso mettere tutti
gli effetti visivi nella sequenza
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ma non posso evitare
che sembri che pendano dai fili."
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"Dobbiamo adottare un altro look".
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Bob disse:
"Bene, proviamo qualcos'altro".
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Contattammo Bob McCall
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e collaborammo su questa sequenza
che sentivo dovesse essere astratta.
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Doveva andare oltre
la realta' letteraria.
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Non era solo un muro della memoria.
Era una concetto molto esteso.
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Comprimere l'universo
in una curvatura,
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una cosa astratta, stratificata,
compressa e multi-dimensionale,
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che doveva essere veloce
ed eccitante, non lenta e noiosa.
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Potevamo scattare qualche fotografia
veloce e ottenere la sequenza
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piu' velocemente possibile.
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Bob McCall arrivo'
con queste illustrazioni folli
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di un universo
astratto e multi-dimensionale.
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Prendemmo le sue illustrazioni
e costruimmo modelli veloci
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e li fotografammo velocemente.
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Fu piu' facile fare cosi'.
Tutto e' centrale, frontale.
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Non ci furono molti tagli.