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e capì che era stato
confinato nella torre dei dannati.
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Dove era stato deciso che avrebbe
trascorso il resto della sua vita,
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solo, col ritratto della sua bella moglie,
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Era solo e pazzo,
infilato nella sua tomba,
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quando la madre di Vincent apparve
all'improvviso nella stanza.
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Gli disse:
"Se vuoi, puoi andare fuori a giocare,
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è una bella giornata e c'è il sole."
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Vincent cercò di parlare
ma non riuscì a farlo,
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l'anno d'isolamento l'aveva reso
piuttosto debole.
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Così prese un po' di carta
e scarabocchiò con la penna,
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"Sono imposessato dalla casa,
e non la potrò più abbandonare."
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Sua madre disse:
"Tu non sei imposessato e non sei ancora morto."
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Questo gioco che stai facendo
è solo nella tua testa.
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Tu non sei Vincent Price,
tu sei Vincent Malloy.
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Tu non sei tormentato, o pazzo,
sei solo un bambino."
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"Hai sette anni, e sei mio figlio,
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voglio che tu esca e faccia
qualcosa di vero e divertente."
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La rabbia della madre era finita,
e si allontanò nel corridoio,
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mentre Vincent arretrava
lentamente verso la parete.
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La stanza cominciò a ondeggiare,
a tremare e a scricchiolare,
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la sua orrenda pazzia
aveva raggiunto il culmine.
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Vide il suo schiavo zombie Abacrombie,
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e sentì sua moglie chiamarlo dalla tomba.
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Lei parlò dalla sua bara,
e fece domande terrificanti,
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mentre dal pavimento scricchiolante
spuntarono delle mani scheletriche.
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Tutti gli orrori che, da una vita,
avevano strisciato nella sua mente,
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trasformarono la sua risata pazza
in un urlo di terrore.
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Per sfuggire alla pazzia,
cercò di raggiungere la porta,
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ma si cadde a terra
molle e senza vita.
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La sua voce era bassa e molto lenta,