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Lui aveva fatto questo disegno.
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C'è un porto, e lui disse:
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"E se togliessimo il porto
e ci mettessimo una valle?"
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Ed è quello che poi abbiamo fatto.
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È una valle di Malta.
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Queste sono le mura, a Malta,
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della città reale.
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E qua dietro c'è la città
che abbiamo costruito noi.
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La città di Roma.
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Mi ha facilitato il lavoro,
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perché invece di dover escogitare
cosa avremmo dovuto fare,
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dovevamo solo fare
quello che ci veniva richiesto...
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nel miglior modo possibile.
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Vedendo i disegni, Io staff diceva:
"Vuoi questo?"
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E io: "Scherzate? Certo che Io voglio!"
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Poi dicevo: "Bene, faremo la tale cosa.
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"E la faremo per il tale motivo."
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Quindi lo staff che lavorava al computer...
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non solo capiva cosa stavamo facendo,
ma anche perché.
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Un progetto del genere è una vera sfida.
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È una sfida realizzare la visione di Ridley,
la visione della DreamWorks,
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della città di Roma, della sua atmosfera,
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della sua gente,
tutte cose che non esistono più.
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E questa sfida consiste
nel creare effetti invisibili.
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Abbiamo creato
una Roma che non esisteva...
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combinando insieme 3-D e 2-D.
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La difficoltà consiste proprio
nel creare una città credibile...
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senza ricorrere a scenari 3-D ovvi,
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a mascherini dipinti o cose simili.
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Potevamo previsualizzare i set digitali...
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e i set reali...
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con la cinepresa quando giravamo.
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In pre-produzione lavoravo con la Mill Film
e dicevo:
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"Sapete che vorrà spostare la cinepresa.
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"Non la terrà mai fissa."
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Mostrammo il lavoro a Ridley e disse:
"E se sposto la cinepresa?"
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E io: "Fallo pure."
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Lo fece e il set digitale e quello reale
si spostarono insieme.
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Era raggiante.
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Definì le cose che voleva,
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guardammo, disse che andava bene
e quindi girammo.
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Ridley ha girato con la prima unità...