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lei non vuole più ballare.
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Perché?
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Lei associa il ballo
alla triste vita di sua sorella
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che pagava le sue lezioni
con una vita indegna
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e da allora
si vergogna di ballare.
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Disprezzerei me stessa
se lo pensassi.
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È questo il guaio: È proprio così!
Tutti disprezziamo noi stessi.
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Battere il marciapiede!
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Tutti ci arrangiamo per vivere,
anche i migliori.
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È la crociata dell'umanità...
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...scritta sull'acqua.
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Ma basta adesso!
È mai stata innamorata?
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No, non proprio.
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Credo fosse piuttosto compassione.
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L'intreccio si complica!
Mi racconti.
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È una storia ridicola.
Lo conoscevo appena.
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È qualcosa creato dalla mia mente.
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Fu dopo che uscii dall'ospedale.
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Trovai lavoro da Sardou,
una cartoleria.
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Lui era un cliente abituale,
un americano.
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Comprava carta da musica,
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molta o poca,
a seconda delle sue disponibilità.
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Sembrava così solo,
così disarmato e timido.
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Vi era in lui
qualcosa di patetico.
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Un giorno, qualcuno
cercò di passargli avanti.
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Quando ignorai il cliente
sgarbato, mi sorrise, grato.
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La vecchia domestica mi disse
che si chiamava Neville
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era compositore
e abitava all'ultimo piano.
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A volte, capivo che non mangiava
per comprare la carta da musica.
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Lo leggevo nei suoi occhi,
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nel suo sguardo ansioso.
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Spesso, gli davo dei fogli in più
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e una volta gli diedi
un resto superiore.
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Forse se ne rese conto,
ma non ne ero sicura.
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La sera dopo il lavoro, passando
sotto casa sua, lo udivo al piano
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ripetere dei passaggi
tante e tante volte...
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E mi fermavo ad ascoltare,
incantata e piena di malinconia.