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Potevamo prendere quella luce
e ottenerne cinquanta.
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Si producevano delle scintille
che conferivano dimensione.
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Non c'e' un'unica luce principale.
Ci sono centinaia di lucette.
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Questo la faceva sembrare
piu' grande.
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C'era l'effetto meraviglioso
di andare a velocita' di curvatura
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seguito dalla sequenza
del buco nello spazio.
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Ci vollero nove mesi per completarlo
e molto tempo per riprenderlo.
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L'effetto del buco nello spazio
era molto sofisticato.
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Viene emesso un raggio laser
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su uno schermo
a proiezione posteriore
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mentre la cinepresa si muove avanti e
indietro per creare l'effetto tunnel.
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In buona sostanza,
e' un effetto a spirale
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che viene trasformato
in un effetto scan longitudinale.
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Bob Swarthe si occupo' degli interni.
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Servendosi della tecnica
del rotoscoping,
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creo' piccole sagome
ed esposizioni effetto chioma.
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Si produce un effetto a strisce
dalla luce principale, dalle persone,
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e dalle luci lampeggianti.
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L'effetto viene
progressivamente accentuato.
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E' stata una vera impresa adattare
quest'effetto all'azione dal vivo
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ed integrare il tutto.
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E' difficile farlo se la telecamera
si muove in modo dinamico.
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L'idea del buco nello spazio era
di Isaac Asimov, consulente del film.
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La possibilita' di viaggiare piu'
veloce della luce affascinava Gene.
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L'Enterprise fu ripresa normalmente.
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Poi Bob Swarthe prese dei mascherini
mobili ad alto contrasto
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dai riflettori e li sfoco'
sul supporto per l'animazione.
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Era un procedimento a effetto chioma.
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Ogni ripresa e' stata rielaborata.
E' un effetto notevole.
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Stephen Collins.
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La sequenza del buco nello spazio
richiese tre settimane di riprese.
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In tre settimane si puo' girare
un film per la televisione.