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Credo che sappia cosa Roma sta...
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Quando vidi che Derek Jacobi
sarebbe stato nel nostro film...
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mi entusiasmai, perché ricordavo...
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il lavoro geniale
che aveva fatto in I, Claudius.
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Di tutti i film epici precedenti,
il mio momento preferito...
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è la gara delle bighe in Ben Hur.
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Non mi viene in mente niente
che fosse più cinematografico, eccitante...
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e più pregno di carattere.
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Ci sono due corse delle bighe in Ben Hur.
In quello del 1929,
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credo fosse del '29,
c'è una magnifica gara di bighe,
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assolutamente fantastica.
E poi, in quello di Charlton Heston,
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fecero grandi cose.
La scala era quella giusta.
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Lavoravamo all'ombra di...
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tutti gli altri film epici romani mai realizzati.
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Molti erano esempi...
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di cosa non fare.
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La tendenza, verso la fine,
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negli anni '50 e '60, era la teatralità,
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uno stile linguistico che era più consono,
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penso, al teatro classico shakespeariano.
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Quando si fanno questi film,
si cerca di trovare un dialogo appropriato,
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in modo che non diventi
solo un film in costume,
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che ti fa perdere subito
i nove decimi degli spettatori.
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Come posso ricompensare
il migliore generale di Roma?
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Mi lasci andare a casa.
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Ho fatto le ricerche basilari per Gladiator...
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e passato molto tempo al Colosseo.
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Ma arriva un momento in cui sei saturo.
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Inizi a pensare: "Non sono abbastanza bravo
per farlo bene."
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E a quel punto,
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mentre stavo scrivendo
il copione per la DreamWorks,
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prendemmo con noi Kathleen Coleman,
che ora insegna ad Harvard.
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Tiene un corso sui giochi romani,
pensate un po'.
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Lei arrivò e ovviamente iniziò a dire.
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"No, David, così non va bene."
Oppure: "Sì, così potrebbe andare."
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O: "E chi Io sa?"
Nel qual caso, ovviamente, si usava.
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Le fonti scritte...