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3000 sono dissanguati, feriti.
2000 non torneranno a casa.
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Non voglio credere
che abbiano combattuto per niente.
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E cosa credi?
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Hanno combattuto per te e per Roma.
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E che cos'è Roma, Massimo?
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Ho visto molto del resto del mondo.
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È brutale, crudele, oscuro. Roma è la luce.
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Eppure non ci sei mai stato.
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Non hai visto cos'è diventata.
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Sto morendo, Massimo.
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Quando si è vicini alla fine,
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vogliamo sapere che la nostra vita
ha avuto uno scopo.
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Come mi ricorderà il mondo
negli anni a venire?
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Come il filosofo?
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II guerriero?
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II tiranno?
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O come l'imperatore che ha ridato a Roma
il suo vero spirito?
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C'era una volta un sogno chiamato Roma.
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Potevi solo sussurrarlo.
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Qualcosa di più di un sussurro
l'avrebbe fatto svanire,
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tanto era fragile.
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E temo che non sopravvivrà all'inverno.
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Massimo,
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sussurriamolo adesso...
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insieme, tu ed io.
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Tu hai un figlio.
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Parlami della tua casa.
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La mia casa è sulle colline di Trujillo.
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È un posto molto semplice.
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Pietre rosa che si scaldano al sole.
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Un orto che di giorno profuma di erbe...
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e di notte di gelsomino.
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Oltre il cancello c'è un pioppo gigante.
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Fichi, meli, peri.
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La terra è nera.
Nera come i capelli di mia moglie.
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Viti sui pendii a sud, ulivi a nord.
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Ci sono dei cavalli
che tormentano mio figlio.
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Lui vuole essere come loro.
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Da quanto non torni a casa?